Restauro della Cappella di S. Eufemia a Vernate (MI).
Obiettivi e fasi del restauro conservativo di una piccola cappella che l’amministrazione ha voluto far risorgere.
Un esempio che dovrebbe essere seguito.
Un’avventura vissuta a fianco di amministratori illuminati, supportato da capaci consulenti e collaboratori.
Con me hanno lavorato:
Marco Cagna – Restauratore
AMBRA conservazione e restauro – Impresa
C.E.B. srl – Impresa
Ringrazio per la collaborazione da Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano
E’ stato un lungo lavoro, iniziato nel 2010 con il Comune di Vernate che si è concluso pochi mesi fa e mi ha permesso di conforntarmi con un edificio molto degradato costruito tra il 1200 e il 1300, i documenti sono scarsi e non chiari.
La decadenza ha un fascino particolare, che mette insieme tristezza, curiosità nell’immaginare come poteva essere l’oggetto prima del degrado, e in me innesca una spinta al fare, un pò come accade quando si incontra qualcuno che ha bisogno di aiuto. Vorrei poter intervenire. Mi ricordo che quando ero stato a Porto in Portogallo avrei voluto poter ristrutturare l’intera città, mi aveva stregato.
Tornando a noi quando nel 2010 mi è stato commissionato il restauro ricordo ancora durante il primo sopralluogo mi sono affacciato alla finestra e ho visto i muri anneriti e il pavimento allagato su cui era parcheggiato un rottame di Seat Ibiza insieme a paraurti, mobili distrutti e rottami vari. Un panorama decadente che però non riusciva a nascondere le potenzialità di un edificio puro e netto, molto affascinante.
Non voglio annoiare con descrizioni troppo specifiche anche perché la semplicità dell’edificio evidenzia gli interventi con chiarezza, voglio raccontare però il criterio con cui siamo intervenuti.
Mi premeva di conservare la cappella liberandola dalle aggiunte incoerenti e consolidarla per traghettarla a chi verrà dopo di noi.
Già all’epoca della costruzione era previsto un ampliamento, dichiarato dai pilastri sporgenti sulla facciata principale che presentano ognuno due file di “mattoni di chiamata”. L’ampliamento non è mai stato costruito, ma il muro di facciata, essendo di sacrificio oltre ad essere il più povero della fabbrica, è stato costruito anche strutturalmente sconnesso dai muri perimetrali. Nei secoli questa sconnessione ha provocato la creazione di fessurazioni importanti.
L’intervento di riconnessione dei muri perimetrali è stato effettuato insieme al rifacimento della copertura che ha previsto anche una legatura perimetrale in cemento armato concepita come una cerchiatura leggera, capace di contenere le spinte laterali all’appoggio della struttura.